ARPA BIRMANA
L'OPERA DI NOEMI CASTAGNONE PER I CADUTI DELLA LIGURIA. Dedica.
Riteniamo doveroso dedicare questa opera ad una
donna eccezionale, quale era la signora Noemi Castagnone. Ella, per ben
venti anni, dedicò tutte le sue forze, senza ricevere aiuti né
compensi, alla ricerca e alla degna sepoltura dei Caduti della R.S.I. nella
zona di Genova. Vedova di uno dei moltissimi trucidati in quelle terribili
giornate della primavera 1945, svolse questo compito, nonostante l'impegno
dei figli, dal 1945 al 1965, in momenti delicatissimi e con tali difficoltà
che solo l'ardore della sua fede e il grande coraggio poterono superare.
Poco prima di morire ci raccontò un significativo episodio di questa
sua incessante e meritoria opera, che qui vogliamo ricordare ad esempio
di numerosissimi altri: «Era un giorno di primavera, nei primi anni
cinquanta, camminavo in un bosco dell'entroterra genovese verso un luogo
indicatomi da una lettera anonima, portando con me, come sempre in quei
casi, una piccola zappa. Giunta alla radura che mi era stata descritta
vidi ai margini un praticello ricoperto di piccole margherite bianche,
«terra grassa» pensai «l'informazione è giusta!».
Non mi potevo sbagliare, avevo ormai tanta esperienza. Presa la zappetta
iniziai a scavare, pensando che appena fosse apparso il primo osso avrei
dovuto ricoprire il tutto e recarmi dai Carabinieri per la solita procedura.
Assorta nel mio lavoro non sentii i tre uomini che mi erano giunti vicini,
quando uno di loro, con fare minaccioso mi chiese: «Cosa cerca lei,
qui?». Per un attimo ebbi paura, poi guardandolo dritto negli
occhi risposi: «Cerco quelli che ci avete sotterrato voi!».
Rimasero muti per un istante, poi quello che aveva parlato, disse agli
altri: «Andiamo via». «Anche questa è fatta»
pensai e ripresi a scavare.
L'Associazione Amici di Frà Ginepro.
I CADUTI DELLA RSI. GENOVA. DEDICA (Nel 1°
VOLUME) 4 Volumi. A cura della Associazione "Amici di fra'
Ginepro" (Indirizzo e telefono: vedi ASSOCIAZIONI)
NOEMI
SERRA VED. CASTAGNONE
Pietro G. Oddone
Lunedì 21 ottobre 1985 moriva improvvisamente
all’età di 85 anni la Signora Noemi Serra Ved. Castagnone.
Scomparve in silenzio come per tanti anni era vissuta.
Suo marito, Enrico Castagnone, nato il 25/8/1899,
fu combattente nella 1a guerra mondiale, squadrista, partecipò
alla marcia su Roma. In servizio dall’inizio della 2a guerra
mondiale appartenne prima a reparti territoriali del Regio Esercito, successivamente
transitò nella 3a Legione M.A.C.A. con la quale partecipò
ad operazioni di guerra sino all’armistizio.
Il 4/2/1944 si arruolò nella G.N.R. ricoprendo
il grado di Vicebrigadiere. L’8 maggio 1945, fu prelevato dalla propria
abitazione a Genova in Corso Sardegna e tradotto presso un "tribunale
del popolo". Processato e assolto, venne però ucciso la sera
stessa, si presume in Corso Carbonara, dove fu rinvenuto cadavere.
La Signora Noemi Serra Ved. Castagnone, provata
da tanto furore, fu tra le prime ad organizzare l’assistenza alle madri
ed alle vedove dei nostri Caduti.
Madre di più figli, in condizioni economiche
precarie, dedicò, da quel momento, ogni istante della sua vita alla
ricerca dei Caduti della R.S.I.
Curava personalmente le sepolture dei fascisti al
campo 43 e 44 di Staglieno, apponendo su ogni tomba ad ogni nostra ricorrenza,
una girandola di celluloide con la bandiera d’Italia e questa girando e
sventolando il tricolore ricordava ad ognuno che là giaceva un nostro
martire.
Spesso si trovava a difendere questi sepolcri dalla
teppaglia rossa che in quei giorni si scagliava belluinamente su quei tumuli
devastandoli a calci od orinandovi sopra. Io personalmente, ragazzo non
ancora decenne, ne fui testimone e ricordo con quanta passione e fermezza
questa donna si opponeva a tale scempio, aiutata da qualcuno dei nostri
che trovava il coraggio di opporsi a ciò. Ricordo con ammirazione
il nostro Tassistro Giuseppe, oggi non più tra noi, ma allora come
sempre, tenace difensore dei nostri martiri.
Da qualsiasi parte le venissero segnalate fosse
di Caduti della R.S.I., lei accorreva sul posto, ne curava l’esumazione,
portando spesso con sé i resti che le sue mani pietose avevano raccolto.
Documentava con foto i resti recuperati, ed aveva
un archivio fotografico dei nostri caduti di cui conservava i nomi e gli
indirizzi. Conservava le testimonianze rese dai commilitoni, dagli amici,
dai parenti spesso evidenziando i nomi degli esecutori quando ne veniva
a conoscenza.
In virtù della legge 9 gennaio 1951, che
tutela le spoglie mortali dei Caduti della R.S.I., riuscì a recuperare
la maggior parte delle salme dei trucidati di Genova.
Si batté affinché ai resti dei nostri
Caduti fosse data una degna sepoltura, ed interpellando ogni famiglia,
ottenne le necessarie autorizzazioni per riunirli tutti, noti e non identificati,
in un Ossario, che nel frattempo il Comune di Genova, sotto la spinta di
nostri Consiglieri, aveva costruito nel cimitero di Staglieno.
Il Sacrario venne inaugurato nel 1954 e volle che
fossi io, figlio del primo Caduto della R.S.I. a Genova, a portare in quella
occasione la Bandiera dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi
della R.S.I. nominandomi Alfiere dell’Associazione.
Oggi i resti, racchiusi in quest’Ossario, ammontano
a 1567 di cui circa 300 sono stati identificati.
Anche in Vara Superiore (SV) si prodigò nella
ricerca di salme di nostri Caduti.
Alcune spoglie furono consegnate ai famigliari,
quelle dei Caduti della San Marco furono trasportate nel Cimitero delle
"Croci Bianche " di Altare. Per ogni Cerimonia ottenne il picchetto
d’onore.
Ricordo, nel suo ufficio, l’elmetto di un "San
Marco" e la sua tristezza per non aver potuto localizzare la maggior
parte dei "San Marco" scomparsi al Monte
Manfrei. Parlava spesso di un’esplosione provocata ad arte per nascondere
per sempre, con il crollo di parte di una collina, i resti di nostri militari
là massacrati.
Su quel monte, venne eretta una Croce a ricordo
perenne di quei resti mai ritrovati, ma ancor oggi da qualche parte giacenti....
Al cospetto di quella Croce, nel ricordo dei nostri
Caduti, ricordiamo la Signora Noemi Serra Ved. Castagnone che per prima
volle quella Croce, e che ancor oggi, nel suo stagliarsi nel cielo di Liguria,
la onora.
Infinite furono le sue esperienze, innumerevoli
i sacrifici, le umiliazioni, le rinunce, ma niente la fermava.
Lei personalmente cita:
...era un giorno di primavera, nei primi anni
cinquanta, camminavo in un bosco dell’entrotrerra genovese verso un luogo
indicatomi da una lettera anonima, portando con me, come sempre in quei
casi una piccola zappa.
Giunta alla radura che mi era stata descritta vidi ai margini un
praticello ricoperto di piccole margherite bianche, "terra grassa"
pensai "l’informazione è giusta!".
Non mi potevo sbagliare , avevo ormai tanta esperienza.
Presa la zappetta iniziai a scavare , pensando
che appena fosse apparso il primo osso avrei dovuto ricoprire il tutto
e recarmi dai Carabinieri per la solita procedura.
Assorta nel mio lavoro non sentii i tre uomini
che mi erano giunti vicini, quando uno di loro, con fare minaccioso mi
chiese: "Cosa cerca lei, qui?".
Per un attimo ebbi paura, poi guardandolo dritto
negli occhi risposi: "Cerco quelli che ci avete sotterrato voi!".
Rimasero muti per un istante, poi quello che aveva parlato, disse agli
altri: "Andiamo via". "Anche questa è fatta"
pensai e ripresi a scavare. ...
Il suo apostolato si compì nel 1965, quando
lasciò l’Associazione. per ritirarsi definitivamente nell’anonimato.
Più tardi, a riconoscimento del suo lavoro, le venne consegnata
una pergamena con le firme di tutti i parenti dei Caduti rintracciati,
la firmai anch’io con grande emozione.
Lei non amava parlare di sé, ricordava i
Caduti come i suoi testimoni ed in silenzio trascorse i suoi ultimi anni
sino alla morte che la condusse in Cielo tra i nostri Eroi.
Grazie, cara Signora Noemi, sarai sempre nei nostri
cuori
NUOVO FRONTE N. 205-209. Giugno-Luglio 2000-2001 (Indirizzo
e telefono: vedi PERIODICI)